MEDICI E MEDICINA NELL'ARTE E NELLA LETTERATURA

La medicina ha sempre avuto un ruolo importante nel destino dell'uomo. Prima o poi tutti se ne rendono conto e alcuni di noi vi dedicano addirittura la vita. Che cos'è la medicina? Da un lato, può essere definita una scienza, ma dall'altro è una vera e propria arte e persino poesia. Oltre ai numerosi aspetti puramente scientifici, la medicina dipende anche da un certo talento, un'abilità puramente umana, senza la quale il guaritore non sarebbe in grado di svolgere correttamente il proprio lavoro. Nell'era del progresso, sono stati inventati molti dispositivi per facilitare il lavoro dei professionisti della medicina, ma, purtroppo o per fortuna, non potranno mai aiutare il paziente come farebbe una persona viva, quindi l'importanza della personalità del medico non dovrebbe mai essere abolita o trascurata.

Ogni giorno la medicina si evolve, viene "scoperta" da coloro a cui è affidata. Naturalmente, le nuove scoperte non nascono dal nulla, ma si basano su una serie di dati già noti. Sono tratte non solo da libri di testo e di riferimento, ma anche dalla narrativa e da altre forme d'arte. Per molti versi, per quanto possa sembrare strano, sono la scultura, i dipinti e i disegni, la prosa e la poesia ad avere un legame diretto e affidabile con la medicina, che ogni giorno sconvolge il mondo con i suoi aspetti e i suoi fatti.

L'essere umano in tutte le sue manifestazioni era spesso rappresentato come figura centrale nell'arte, e i vari "soggetti" medici non facevano eccezione. Uno dei primi autori noti di opere su questo tema fu Ippocrate, che descrisse fatti e ipotesi mediche nei suoi trattati filosofici, in gran parte legati ai fenomeni naturali e presentati come una sorta di testo artistico.

Gli abitanti di paesi antichi come la Grecia, l'Egitto, Roma, la Mesopotamia e altri hanno cercato di imparare il più possibile sulle proprietà degli esseri viventi e non viventi e, naturalmente, gli antichi hanno immortalato le loro considerazioni sotto forma di documenti e disegni. Alcuni di essi sono sopravvissuti fino ad oggi (ad esempio, il papiro Kahun e il papiro Ebers). Vale la pena notare che non tutti sapevano scrivere e che una presentazione competente di pensieri su un argomento così serio come la medicina richiedeva doti particolari.

Il ruolo dei guaritori nell'arte è stato quello di creatori e di oggetti della creazione. Il loro carisma, i loro caratteri e la loro natura sono stati spesso oggetto di interesse per gli artisti, che hanno raffigurato semplicemente ritratti di guaritori e i processi di varie attività mediche. Vincent van Gogh, ad esempio, scrisse del dottor Paul Ferdinand Gachet in una lettera al fratello: "Il signor Gachet, a mio parere, è malato e nervoso come te o me, e inoltre è molto più vecchio di noi e diversi anni fa ha perso la moglie; ma è un medico fino al midollo, quindi la sua professione e la sua fede in essa lo aiutano a mantenere il suo equilibrio. Io e lui siamo già amici. Ora sto lavorando a un suo ritratto: testa con berretto bianco, capelli molto chiari e luminosi; mani anch'esse chiare, giacca blu e sfondo cobalto. È seduto appoggiato a un tavolo rosso con un libro giallo e un rametto di volpino con fiori viola". Il dottor Gachet era a sua volta destinato a realizzare un disegno postumo di Vincent van Gogh, cosa che fece al momento opportuno.